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mercoledì 6 ottobre 2010

PANE E BIRRA "NOSTRUM"

La missione di “Pane Nostrum” è compiuta. La nostra associazione ha dato il suo contributo alla manifestazione senigalliese che ha quest’anno ha compiuto il 10° compleanno.
La parte più interessante è stata quella della presenza alle degustazioni dei birrai e produttori che presentavano le loro creazioni. 

Il primo produttore presente è stato Lorenzo del Piccolo Birrificio di Apricale (Im) che ha presentato tra le altre la Nua di grano, ambrata, season e Chiostro.  Personaggio vulcanico, logorroico, come lui stesso si defiinisce, ha collaborato con altri famosi birrai ed è di solida impostazione e preparazione. Lorenzo preferisce birre semplici ( Nua in dialetto significa proprio nuda, semplice) anche se ogni tanto si lascia andare a qualche sperimentazione. Cerco di andare oltre la parte tecnica e lo punzecchio con qualche domanda sull’attuale situazione in Italia. Non ha peli sulla lingua, nel bene o nel male, ne ha per tutti, ma sempre con simpatia e nei limiti. Adesso ha trasferito l’attività in Svizzera  per esigenze di famiglia, ci spiega e questo gli ha causato qualche critica. Il Piccolo Birrificio è stato il primo in Italia a commercializzare la birra in lattina.
Gli chiediamo del suo progetto a favore dei terremotati dell’Abruzzo, che consisteva nel donare a favore di quest’ultimi il ricavato di una sua cotta (poi diventate due) di 300 litri. Ci confessa di non parlarne mai (il suo è stato un gesto semplice senza secondi fini) ma di andarne particolarmente fiero.

Il secondo giorno ospitiamo un birrificio  marchigiano, il Laboratorio della birra “Cereale” di MonteGiberto (Fermo). Per la precisione si tratta di un’azienda agricola che tra le sue produzioni ha inserito anche quella della birra agricola, cioè brassata con orzo autoprodotto e maltato in loco in misura minima del 51%. A presentare le birre c’è il signor Moretti, non quello con i baffi, come a volte simpaticamente si presenta. E’ il proprietario dell’azienda e si occupa anche della produzione della birra. La sua preparazione è impostata su corsi specifici di produzione con insegnanti del calibro di Stefano Buiatti dell’università di Udine, e collaborazioni con il CERB di Perugia. Si è subito buttato a capofitto nella produzione ed è partito con ben otto tipologie, scelta decisamente coraggiosa, che ha dato però i suoi frutti. Le sue birre non portano nomi fantasiosi, ma sono identificate con specifiche tipologie ( weisse, pils, scotch ale, barley wine, etc.) Fra i visitatori riscuote molto successo la sua aromatizzata al miele.  Moretti non è “personaggio” come altri, ma comunque simpatico e molto disponibile. Le sue birre sono interessanti  e da rivedere anche in futuro, anche perché quelle che assaggiamo sono ancora piuttosto giovani e sono da valutare le evoluzioni.

L’ultimo giorno abbiamo la “Vecchia Orsa” di Crevalcore (Bo). Questo birrificio si inserisce come progetto nel contesto della cooperativa sociale “Fattoriabilità”. La cooperativa nasce nella campagna bolognese con il preciso scopo di dare occupazione a lavoratori diversamente abili nell’ambito agricolo. La produzione di birra nasce quasi per caso, ma ottiene subito successo ed presto arrivano i primi riconoscimenti. Ora l’attività della cooperativa punta forte proprio sulla produzione della birra e la sua promozione. Il birraio della “Vecchia Orsa” interviene alle nostre degustazioni con professionalità e competenza dando il suo contributo anche ai laboratori serali.
Conosce bene la materia ed attualmente il birrificio e ben quotato dal pubblico e dagli esperti in materia. Anche qui è da ammirare il progetto iniziale che da occupazione anche a persone diversamente abili e si spera che con la crescita dell’azienda venga mantenuto l’impegno sociale.
Le birre sono tutte molto buone ed interessanti e particolare attenzione merita a mio avviso la “blonde” che a dispetto della semplicità del nome si rivela una birra importante, con buon impiego di luppoli pregiati che caratterizzano il gusto. Visto la vicinanza alle nostre zone sarebbe interessante fare una visita a questi ragazzi.

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