Roma caput mundi. Almeno lo scorso sabato 18 Dicembre per quel che ci interessa. Sicuramente capitale birraria in questo momento, oltre che della Repubblica Italiana. La città che è sempre più in fermento, non dà un attimo di respiro in questi giorni, tanto che bisogna addirittura scegliere a quale evento partecipare: Birre sotto l’albero dell’accoppiata Bir&Fud – Ma che siete venuti a fa? o la tre giorni della Brasserie 4:20…
Il primo si basa su una serata che vede i due locali proporre birre di stile natalizio, l’uno (Bir&Fud) con produzioni italiane e l’altro (il Macche) con produzioni straniere. Il secondo invece propone nell’arco delle serate di venerdì, sabato e domenica birre natalizie-invernali con un tema diverso per ogni serata.
L’idea era quella di fare un salto alla Brasserie 4:20 in quel di Porta Portese nella giornata di sabato per poi passare in serata ai locali di Trastevere. La neve e i ritardi delle FS ci hanno alleggerito di qualche birra facendoci arrivare in serata direttamente alla porta del Bir&Fud. Bel locale per quel che abbiamo potuto vedere, visto il pienone di gente e la sosta immediata davanti al bancone. Le tredici spine più le quattro pompe presenti erano sicuramente un bel vedere, un po’ meno il mitico Cammello che da dietro il bancone provocava con occhio di sfida quasi geloso delle sue creature. Pronti, via! Si parte con l’Imperial Pils del Birrificio Italiano come giro di rodaggio. Il tempo di fare due chiacchiere con Cesare del Birrificio Orso Verde e si passa alla prima vera natalizia. Gli amici della Vecchia Orsa ci indirizzano a sentire la D’Uva Beer di LoverBeer. E’ la prima volta che sento una produzione di quel birrificio e l’impressione è subito positiva. Caratterizzata dall’uso di mosto di uva Freisa in fermentazione oltre a quello di birra, ci si trova davanti ad una grande complessità di aromi e sapori ma rimanendo nel complesso molto elegante. E’ forse la birra che ricordo meglio tutt’ora.
Da qui in poi la serata ha preso inevitabilmente un’altra piega vista la gradazione delle birre. Il trasferimento al miglior locale al mondo 2010, secondo ratebeer.com, il Ma che siete venuti a fa? per intenderci, lascia senza parole: un buco! L’ambiente però è incredibile, con una marea di gente ad accaparrarsi qualcosa da bere e il mitico Emanuele Colonna a gestire la giostra. Abbiamo iniziato il giro di assaggi (solo 0,40 cl) da una poco in forma Stille Nacht di De Dolle per proseguire con Machtig&Mooi Cognac Barrel di De Molen, incredibilmente sbilanciata sui toni dolci, e ricatapultarci sull’amaro di una black IPA, la Fleur Noires di Grassroots&Stillwater. L’agrumato dei luppoli americani su un dolce cioccolatoso dei malti non l’avevo mai sentito. Per chiudere, a saracinesca oramai chiusa, sono stato omaggiato di una Abstrakt AB:04 dello scozzese BrewDog che mi ha dato il colpo di grazia.
Come dicevo l’ambiente creatosi all’interno del locale durante la serata è stato incredibile, e scherzare con gente come Schigi, Nino del Birrificio Bidù ( col quale mi sono riappacificato), Bruno e Allo di Toccalmatto e Roberto e Enrico di Vecchia Orsa ci ha alleggerito dell’alcool di qualche birra.
Nel complesso la due giorni romana , conclusa con un salto all’Open Baladin il giorno seguente, è stata un po’ pesante ma molto interessante sia dal punto di vista birrario che umano. Al prossimo viaggio…
Max Scotsman
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